Perplexity AI diventa un mecenate digitale
Perplexity AI, startup di intelligenza artificiale valutata oltre 1 miliardo di dollari, ha annunciato martedì 30 luglio 2024 il lancio di un modello di condivisione dei ricavi con gli editori. Questa mossa arriva dopo più di un mese di accuse di plagio che hanno scosso il settore dell'editoria digitale.
Da accusato ad alleato
Il nuovo "Publishers Program" di Perplexity vede la partecipazione di importanti testate e piattaforme di contenuti come Fortune, Time, Entrepreneur, The Texas Tribune, Der Spiegel e WordPress.com. Secondo quanto dichiarato da Dmitry Shevelenko, Chief Business Officer di Perplexity, in un'intervista a CNBC, questi partner riceveranno una percentuale a due cifre di condivisione dei ricavi.
L'annuncio segue una serie di controversie iniziate a giugno, quando Forbes ha denunciato di aver trovato una versione plagiata dei suoi contenuti originali a pagamento all'interno dello strumento Pages di Perplexity AI, senza alcun riferimento alla testata se non un piccolo logo "F" in fondo alla pagina (fatti a cui abbiamo accennato in questo articolo su Search GPT). Successivamente, anche Wired ha riportato prove di plagio da parte di Perplexity, segnalando inoltre che un indirizzo IP "quasi certamente collegato a Perplexity e non elencato nel suo range IP pubblico" ha visitato i siti web della sua società madre più di 800 volte in un periodo di tre mesi.
Come funziona il programma
Il nuovo programma partner prevede che ogni volta che un utente pone una domanda e Perplexity genera entrate pubblicitarie citando un articolo di uno degli editori partner nella sua risposta, l'azienda condividerà una percentuale fissa di tali entrate. Questa percentuale viene calcolata per singolo articolo, il che significa che se in una risposta vengono utilizzati tre articoli di un editore, il partner riceverà "il triplo della quota di ricavi".
Shevelenko ha confermato che la percentuale fissa è a due cifre, ma ha declinato di fornire dettagli specifici. Ha inoltre rivelato che nelle prime due ore dal lancio del programma, più di una dozzina di editori, tra cui "importanti quotidiani e le società che li possiedono", avevano già manifestato interesse.
Obiettivi ambiziosi
L'obiettivo di Perplexity è di avere 30 editori iscritti entro la fine dell'anno. L'azienda sta inoltre cercando di collaborare con alcuni dei team di vendita pubblicitaria degli editori per consentire loro di vendere annunci "su tutto l'inventario di Perplexity".
Oltre alla condivisione dei ricavi, Perplexity offrirà agli editori crediti API e collaborerà con ScalePost.ai per fornire analytics che offrano "approfondimenti più dettagliati su come Perplexity cita i loro contenuti".
Un progetto in cantiere da tempo
Secondo Shevelenko, Perplexity ha iniziato a coinvolgere gli editori già a gennaio, definendo le idee per il funzionamento del programma di condivisione dei ricavi nel corso del primo trimestre del 2024. Cinque dipendenti di Perplexity sono stati dedicati al lavoro su questo programma.
"Parte di esso è nato dalle conversazioni che stavamo avendo con gli editori sull'integrazione delle API e della tecnologia di Perplexity nei loro prodotti", ha dichiarato Shevelenko.
Un settore in fermento
Il nuovo programma di Perplexity si inserisce in un contesto di crescente tensione tra le startup AI e alcuni media e creatori di contenuti, con molte pubblicazioni che cercano aggressivamente di proteggere le proprie attività nell'era dei contenuti generati dall'AI.
A giugno, The Center for Investigative Reporting, la più antica redazione giornalistica no-profit del paese, ha citato in giudizio OpenAI e il suo principale finanziatore Microsoft presso un tribunale federale per presunta violazione del copyright, seguendo cause simili intentate da pubblicazioni come The New York Times, Chicago Tribune e New York Daily News.
Anche un gruppo di importanti autori statunitensi, tra cui Jonathan Franzen, John Grisham, George R.R. Martin e Jodi Picoult, ha citato in giudizio OpenAI lo scorso anno, accusando l'azienda di violazione del copyright per l'utilizzo delle loro opere nell'addestramento di ChatGPT.
Non tutti sul piede di guerra
Tuttavia, non tutte le organizzazioni giornalistiche si stanno preparando alla battaglia. Alcune stanno invece unendo le forze con aziende come OpenAI e Perplexity. OpenAI e la rivista Time hanno annunciato a giugno un "accordo pluriennale sui contenuti" che consentirà a OpenAI di accedere agli articoli attuali e d'archivio di oltre 100 anni di storia di Time. OpenAI ha annunciato una partnership simile a maggio con News Corp, permettendo all'azienda di accedere agli articoli attuali e d'archivio del Wall Street Journal, MarketWatch, Barron's, New York Post e altre pubblicazioni.
In ogni caso, la mossa di Perplexity rappresenta un tentativo di riconciliazione con l'industria editoriale e potrebbe segnare l'inizio di una nuova era di collaborazione tra sviluppatori di AI ed editori. Resta da vedere se questo modello di condivisione dei ricavi sarà sufficiente a placare le preoccupazioni degli editori e a stabilire un nuovo standard per l'utilizzo etico dei contenuti nell'era dell'intelligenza artificiale.